
Un nuovo cammino che concede a questo affascinante angolo di appennino di dischiudersi alla vista di chi ama fortemente l’ambiente naturale: boschi di castagni e querce abitati da una variegata e generosa fauna e flora selvatiche a conferma che l’Italia è il Paese con maggior biodiversità del Continente; cascate, grotte, abbazie, case-torri, borghi, pievi, fonti di acqua limpida, aria pura e quel suono di campane che scandisce da sempre il trascorrere di un tempo che qui è ancora l’elemento più prezioso... (Continua a Leggere)
…La morfologia del territorio testimonia la presenza di argilliti scure che si sono depositate cento milioni di anni fa in un mare profondo e che, dopo aver subito intense deformazioni hanno contribuito alla formazione e al sollevamento della catena appenninica: le valli del Reno, del Limentra, dell’Aneva e del Vergatello dove scorrono acque fresche, vivaci e cristalline. Chi percorrerà le nostre vie boscate potrà apprezzare la presenza diffusa di manufatti storici, artistici e religiosi che hanno resistito all’usura del tempo per decine di secoli, testimoni di un passato denso mutamenti sociali e religiosi, di scontri militari medievali e moderni, di vita contadina e di nobiltà, di abati e di banditi, di commercianti e di pellegrini, di coraggiose donne eretiche arse vive dalla Santa Inquisizione. Le genti che abitano i nostri monti e le strette valli custodiscono il valore dell’accoglienza, della cordialità e della condivisione dei bisogni e delle emozioni; la cucina montanara unisce semplicità e gusto, piatti realizzati con prodotti naturali e con il sapere tramandato da generazioni di “azdore”, le cuoche contadine: tortellini, tagliatelle, funghi e tartufi, tigelle (o crescente), crescentine fritte, salumi, formaggi, marmellate. Un “Viaggio lento” che raccoglie gli incanti e li offre in un scintillante scrigno, che proprio per questo motivo è stato denominato Cammino Tesori del Reno: un percorso di 95 km ad anello che si snoda sui sentieri nei territori dei comuni di Vergato, Grizzana Morandi e Castel d’Aiano; Uno dei simboli più importanti che troviamo scolpito in numerose case del territorio è la Rosa comacina già presente in una stele etrusca del IV secolo a.C., ma anche in Assiria nel 645 a.C.,
nell’antico Egitto e nell’arte celtica. Ora è conosciuto come Fiore della vita a sei petali e in questo simbolo, ripreso nel nostro logo, troviamo il significato più profondo del sacro che si irradia attraverso misure precise che poi si collegano al ritmo spazio-temporale. Ricordiamo che le case-torri quasi sempre ospitavano questo segno inciso nella pietra sul portale d’ingresso, nei davanzali delle finestre e sugli stipiti, così da ornare l’edificio e proteggerlo sottilmente dagli influssi negativi. Il suo valore propiziatorio si evince anche dal fatto che veniva incisa sul giogo degli animali e negli attrezzi da cucina, così come sui dischi in terracotta (le famose tigelle) utilizzati per cuocere accanto al fuoco del camino le crescentine montanare, così da proteggere anche il cibo.
